Da sempre mi sento su una lunghezza d’onda diversa.
Percepisco cose che vivo intensamente, a volte senza capire da dove arrivino. Da bambina ero curiosa e sensibile, con un’immaginazione vivace e una connessione profonda con il mio mondo interiore. Amavo perdermi nei pensieri ed esplorare i misteri della vita. Con il tempo ho capito che questa sensibilità era un regalo, una porta d’accesso a un mondo più profondo e ricco.

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Per anni ho cercato di capire come usare questa sensibilità per aiutare gli altri. Un giorno mi sono sentita guidata verso una formazione in medianità. Questo mi ha permesso di riconoscermi, di dare una struttura a ciò che vivevo interiormente e di comprendere che il mio modo di percepire il mondo era una risorsa. Ho capito che la medianità non è solo comunicare con i defunti, ma anche uno strumento per conoscere meglio se stessi e gli altri.

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Il mondo della medianità è vasto e pieno di sfumature. Qui ho compreso la mia ipersensibilità e il motivo per cui percepisco persone e luoghi con tanta intensità. Spesso mi capita di avere parole giuste e consigli spontanei per chi si confida con me, come se qualcosa dentro di me sapesse, senza che io possa spiegare il perché. Ho imparato a gestire il mio canale aperto e a dare un nome a ciò che sento. Ho compreso che questa sensibilità è un dono che mi permette di aiutare gli altri.

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Oggi mi realizzo nei miei accompagnamenti. Sono ancora in cammino e continuo a imparare, a perfezionare la mia pratica e ad affinare la mia percezione. Credo che tutti siamo in grado di guarire con le nostre stesse forze e che spetti a noi scegliere ciò che ci fa stare bene. La medianità esiste per aiutarti a vedere più chiaramente il tuo cammino attraverso "la nebbia", portando con te solo i messaggi e le sensazioni che risuonano dentro di te.

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Credo profondamente che se ciascuno di noi iniziasse a riconnettersi con se stesso, il mondo diventerebbe un posto migliore.